Intervista a Renzo Lorenzi, responsabile di Ricerca e Sviluppo
Quali sono le prospettive di crescita e sviluppo aziendale?
C’è un grande fermento in atto. Forse mai come adesso, è il momento della sfida tecnologica. Il settore è passato dalla capacità di coniugare la produzione con la qualità, alla fase dello sviluppo commerciale e successivamente a quella del marketing, in cui si è capito l’importanza dell’immagine e della capacità di cogliere le richieste del mercato. Ora a essere in primo piano è la ricerca. È vero che per quanto riguarda l’economicità dei prodotti stiamo subendo la competizione asiatica, ma la vera sfida è quella tecnologica. Quali sono le tecnologie emergenti in questo settore?
Le leggi a livello mondiale impongono la riduzione dei consumi energetici. Questo può avvenire con motori che consumino meno e con lo studio della parte idraulica per ottenere migliori rendimenti.
Le scadenze sono fissate tra il 2013 e il 2015, ma Calpeda si sta già muovendo su entrambi i fronti con decisione.
Per quanto riguarda i motori elettrici una prima scadenza è stata il 16 giugno 2011 e tutti i motori sono stati migliorati, anche se questa è solo una tappa verso ulteriori risultati. Inoltre, per quanto riguarda la parte idraulica, la maggior parte delle pompe centrifughe e monoblocco sono già state riviste.
Quanto investe Calpeda nell’innovazione?
Calpeda ha reagito a questa sfida tecnologica investendo il 10% delle sue risorse nella ricerca e sviluppo e anche nel periodo di crisi del 2009 questo settore non è stato mai penalizzato.
Non ci possono essere rallentamenti sul fronte della ricerca in un momento in cui diventa sempre più importante arrivare primi. Ed è per questo, per proteggere i risultati raggiunti, che abbiamo anche una struttura dedicata appositamente ai brevetti.
I nostri competitor sono multinazionali, grandi 20 volte più di noi. Tuttavia riusciamo ad essere competitivi. E questo perché abbiamo capito l’importanza di essere presenti dove si decidono le sfide future e gli standard da raggiungere, come in Europump (Associazione europea dei Costruttori di Pompe). Abbiamo inserito nei gruppi di studio internazionali le migliori teste pensanti del nord est, collaboriamo strettamente con i dipartimenti di meccanica e d’ingegneria elettrica dell’Università di Padova, ci appoggiamo a uffici tecnici esteri oltre che al nostro centro di ricerca e sviluppo in India. Finora sono emerse idee molto interessanti che ci permettono di essere all’altezza di realtà molto più grosse di noi.
Cosa vede nel futuro del settore?
Già molti passi in avanti sono stati fatti, ma credo che dobbiamo aspettarci delle sorprese. La ricerca, infatti, non significa solo operare con tecnologie note, ma presenta anche una parte d’invenzione, d’intuizione che poi ha ricadute su tutti i settori, dai materiali utilizzati alla produzione.